Yuki e la cucina giapponese

“La cucina è un mezzo di comunicazione”, parola di Yuki, giapponese doc trapiantata in Italia.

Nata ad Osaka, dopo la laurea in design Yuki inizia a lavorare nel settore automobilistico. 

Nel 2012 arriva a Milano per fare uno stage in uno studio di design e si innamora dell’Italia.

“Mi è piaciuto molto il modo di vivere italiano. Arrivavo da una realtà come il Giappone dove l’organizzazione e la precisione sono quasi esagerate. Nella nostra società, specialmente a livello lavorativo, è richiesta un’efficienza che non ammette errori, e questo può essere davvero fonte di grande stress. In Italia ho apprezzato davvero tanto la presenza di una tolleranza maggiore, è un segno di umanità che mette le persone a proprio agio”.

Terminato lo stage Yuki ritorna in Giappone ma non ci resterà a lungo. Nel 2015 si trasferisce definitivamente in Brianza per vivere con quello che diventerà suo marito.

“Durante l’anno del mio stage avevo comunicato in inglese, ma quando mi sono trasferita a vivere qui, ho dovuto imparare l’italiano e per me si è rivelato molto difficile. L’ho imparato da zero, non avevo nemmeno una piccola infarinatura, e la comunicazione è stata davvero un problema”.

Come fare quindi per migliorare sempre di più?

Parlando con le persone. Ma di cosa?

“Dopo tanti anni passati a lavorare nel campo del design avevo voglia di sperimentare qualcosa di nuovo. Un’amica mi ha proposto di tenere dei corsi di lingua giapponese, ma sentivo che non era qualcosa che fosse nelle mie corde. 

Non ci ho messo molto a capire che quello di cui mi sarebbe piaciuto parlare era la cucina. 

Mia madre era una cuoca eccellente e fin da bambina ho amato seguire lei e mia nonna mentre preparavano da mangiare. Mi sono appassionata e ho coltivato questo interesse, tanto che quando è stata ora di scegliere un nuovo campo lavorativo non ho avuto dubbi!”

Yuki decide di tenere il suo primo corso di cucina giapponese, grazie ad un’associazione che le mette a disposizione gli spazi. 

“Il corso ha avuto molto successo e negli anni ho iniziato a tenerne sempre di più. Oggi insegno a Milano, Como, Brianza e Bergamo, ma mi capita di lavorare anche fuori regione o a domicilio, dove organizzo sia corsi che cene”.

Yuki si occupa unicamente di cucina tradizionale giapponese, che contrariamente a quello che in tantissimi pensano, non è assolutamente solo sushi.

“Quando ho iniziato in molti erano interessati quasi solo al sushi, mentre adesso c’è grande interesse per il ramen”. Il ramen è una celebre zuppa di noodles, diventata ormai famosa in tutto il mondo. Si tratta di un piatto unico composto dai gustosi spaghettini tipici del Sol Levante, i noodles appunto, immersi in un saporito brodo e accompagnati da differenti ingredienti: carne, pesce, uova, semi e verdure.

“La cucina giapponese è diventata talmente popolare in Italia che per fortuna reperire gli ingredienti necessari non è difficile. Naturalmente bisogna però prestare molta attenzione alla qualità. Se la materia prima è scadente, anche il piatto ne risentirà”. 

Il valore aggiunto è stato il contatto con le persone. 

“Lo smartworking e la maternità avevano un po’ penalizzato la mia vita sociale. I corsi di cucina sono stati un’occasione per ricominciare a conoscere gente nuova, confrontarmi e ovviamente mettere alla prova il mio italiano”.

La pandemia ha compromesso le lezioni in presenza, ma Yuki ha comunque trovato il modo di organizzare delle seguitissime classi online, con iscritti da tutta Italia. 

“La cucina giapponese richiede pochi ingredienti, ma non è assolutamente solo sushi. Abbiamo piatti leggeri e altri più sostanziosi, come il ramen, che è di fatto un pasto completo, oppure i fritti. Anche i dolci sono particolari e sempre più conosciuti: i mochi, piccole palline di riso farcite, o i dorayaki, piccole frittelle che ricordano i pancakes e vengono riempiti di marmellata di fagioli azuki.

Non ho ancora organizzato la mia prima cena da Pulk ma non vedo l’ora e spero non sia una sola!!”



Alice Sommavilla, n.6, L’Isola che c’è per Pulk

Fotografie di Elisa Vettori

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