Oilda e la cucina cubana

Più di 8.000 km e un volo sopra l’oceano e i continenti di quasi 12 ore. È questo il percorso che ha portato Oilda da Camaguay, città dell’entroterra cubano, fino al nord Italia.

Arriva a Bolzano nel 1997 e l’impatto, non lo nega, è stato forte.

“Non ero abituata a vedermi circondata da tutte queste montagne così vicine- dice ridendo- e poi il freddo! A Cuba è sempre estate, queste temperature non le avevo mai sentite”.

Alle differenze geografiche si sommano quelle culturali: bisogna imparare l’italiano e vincere la resistenza di persone più chiuse e meno estroverse di quelle sudamericane.

Oilda si impegna, piano piano impara a comunicare, trova un lavoro, e quando è a casa cucina, regalando e regalandosi un viaggio nella sua isola, grazie ai profumi e ai sapori della sua infanzia.

“Prima che nascesse mia sorella minore sono stata a lungo l’unica figlia femmina. Avevo quattro fratelli maschi e quando mia madre non c’era mi occupavo di loro, della casa, e preparavo da mangiare”.

Sperimentare le piace, ma se le si chiede quale sia la cosa che ama di più della cucina cubana ci sorprende con un ingrediente speciale: il calore.

“Per noi è importantissimo mangiare tutti insieme, riunirci intorno al tavolo e condividere questo momento. Ora anche i miei fratelli vivono qui in Italia e ogni volta che ci incontriamo per mangiare insieme è letteralmente una festa”

Ma cosa e soprattutto come si mangia a Cuba?

A sorpresa scopriamo che la cadenza dei pasti è identica alla “nostra”: colazione, pranzo e cena.

“La colazione somiglia quasi a quella inglese - spiega Oilda - è molto abbondante e varia. Ci sono i succhi di frutta, il pane, la marmellata, ma anche le uova. Un’altra cosa che facciamo sempre sono i frullati, approfittando della grande varietà di frutta fresca: mango, banana, papaja, guayava…”

Soltanto sentire evocare questi nomi dà l’illusione di respirarne il profumo dolce, fresco e tropicale.

Niente pasta, in compenso carne, verdure e molto riso, servito sia a pranzo che a cena e base per moltissimi piatti della cucina tradizionale, come il congrì.

“Il congrì è un piatto a base di riso e fagioli neri - racconta ancora Oilda - per questo viene anche chiamato riso nero o, in spagnolo, arroz moro. Può essere preparato con questi unici due ingredienti oppure si può aggiungere della carne, trasformandolo in un piatto unico”

A differenza di altri Paesi, come per esempio il Messico, la cucina cubana utilizza le spezie ma in maniera più parsimoniosa. Nonostante cumino, curcuma, aglio e peperoncino siano usati regolarmente, i piatti non diventano mai eccessivamente piccanti, ma ne rimangono solo delicatamente insaporiti.

Una chicca che vi stupirà: anche a Cuba si mangia… la polenta! Naturalmente non si chiama polenta ma “Tamal”, e Oilda ci descrive il modo “speciale” in cui viene preparata:

“Utilizziamo i chicchi della pannocchia ancora freschi, che vengono macinati e poi conditi con aglio, cipolla o peperoni. Fatto questo, prendiamo le foglie delle pannocchie, le riempiamo con il composto e le arrotoliamo formano una specie di “involtino” per poi metterle a bollire”

Il gusto è assicurato e la scenografia anche.

“Qui in Italia riesco a reperire abbastanza facilmente gli ingredienti. Se ho bisogno di qualcosa di particolare, solitamente lo ordino nei negozi di cibo etnico, e in questo modo posso preparare un piatto senza alterare la ricetta originale. Attraverso i miei piatti vorrei che le persone assaporassero non solo la cucina, ma l’intero spirito della mia terra, quello che nasce dalla gioia di stare insieme e soprattutto, dal grande calore delle persone”.

Se volete gustare la cucina di Oilda vi aspettiamo da Pulk martedì 12 settembre alle ore 19.30!

Alice Sommavilla, n. 13, “L’isola che c’è”, la rubrica di Pulk.

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