Giorgia Pallaoro

“Il mio lavoro è il mio posto sicuro, quello dove mi sento bene, una sorta di bolla che mi isola dai pensieri negativi e dove tutte le preoccupazioni scompaiono”.

In un mondo in cui trovare qualcuno che parli del proprio mestiere in questi termini sembra diventato impossibile, ci smentisce Giorgia Pallaoro.

Nata a Trento, manifesta da subito una grande creatività che la sua mamma incoraggia.

“Ricordo che a casa avevamo una stanza in cui mi era permesso dipingere sulle pareti, per dare sfogo alla mia voglia di creare e disegnare, è stato un grande privilegio sentirmi libera di esprimermi fin da bambina”.

Giorgia frequenta l'istituto d'arte e dopo il diploma sceglie di iscriversi ad una scuola di Alta Formazione Grafica.

“Si tratta di un percorso formativo di specializzazione che, accanto alla formazione teorica, prevede molti periodi di tirocinio in diverse realtà che permettono di mettere in pratica le conoscenze acquisite”.

Durante l'anno formativo 2014/15, Giorgia si trasferisce a Tilburg, in Olanda, per seguire un progetto Erasmus; un'avventura che la entusiasma.

“Studiavo diverse materie: design, ceramica, illustrazione, grafica... A conquistarmi non è stato soltanto il largo spazio che veniva dato alla pratica, ma anche il costante rapporto di comunicazione con i docenti. Quando ti stai formando il feedback di professionisti è fondamentale, e avere un rapporto di costante confronto con i professori, oltre a migliorare la tecnica, aggiunge un valore umano importantissimo. Altra cosa che ho apprezzato è il grande incentivo che viene dato al lavoro di gruppo e, più in generale, alla collaborazione”.

Giorgia torna in Italia, termina la scuola ed inizia a cercare lavoro, ma anche mentre è impegnata a fare tutt'altro, la sua naturale inclinazione verso l'arte la porta a disegnare di continuo, dando il via ad un processo che lentamente, ma inesorabilmente, finirà con il farla sentire un po' frustrata.

“Sentivo che occupandomi di cose distanti dalle mie passioni non stavo esprimendo il mio potenziale. Peggio: lo stavo lasciando andare senza dargli la possibilità di concretizzarsi in qualcosa di importante e soddisfacente”.

E' l'inizio di un momento di crisi dal quale soltanto il disegno le permette di trovare sollievo.

“Se prima prediligevo il bianco e nero, ho iniziato gradualmente ad utilizzare i colori e le loro sfumature. Ho cominciato a costruire per conto mio un progetto legato al paesaggio trentino: durante i fine settimana, andavo a scovare la bellezza nei luoghi che mi circondano, e riproducevo le immagini su cartoline utilizzando tecniche diverse: pittura, inchiostro, acquerelli, matite colorate... era un modo per valorizzare il territorio in cui vivo (la Valle dei Mocheni), e allo stesso tempo un esercizio per uscire da un'introspezione che si faceva via via più pesante”.

E' il 2017. Giorgia si trova davanti ad un bivio: cosa fare? “Mollare tutto” e provare a vivere della sua arte, della sua passione? E' un salto nel buio, ma la posta in gioco è la sua felicità e la sua realizzazione.

L'anno successivo, Giorgia fa il grande salto. Investe in un progetto tutto suo, crea un sito internet e le pagine social dedicate. E' fortunata, proprio come da bambina, anche da adulta ha accanto persone che credono in lei, che la incoraggiano.

Piano piano il suo lavoro inizia a farsi conoscere, iniziano le prime collaborazioni, che hanno come tema centrale un aspetto che a Giorgia sta molto a cuore: la valorizzazione del nostro territorio. Arrivano le prime commissioni: loghi per imprese, materiale promozionale illustrato, ma anche lavori di personalizzazione per privati.

“I social sono stati e continuano ad essere dei canali importanti per lo sviluppo e la crescita del mio lavoro. E' uno spazio dove posso mostrare alle persone non solamente l'opera terminata, ma la sua realizzazione; trasmettere loro in modo evidente l'amore per quello che faccio”.

Giorgia continua a creare, tiene dei corsi per insegnare diverse tecniche artistiche e ogni volta che deve lasciare il suo studio lo fa con fatica e la voglia di ritornarci al più presto il giorno dopo.

Alice Sommavilla, n. 15, “L’isola che c’è”. La rubrica di Pulk.

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